Lara & Brioche
Displasia bilaterale delle anche, una diagnosi che non lascia spazio alle interpretazioni: l’animale non potrà più camminare se non saranno applicate delle protesi.
Quella che vi raccontiamo è la storia di Lara che grazie all’aiuto della Fondazione Zampa nella mano ha potuto garantire un futuro alla piccola Brioche.
Tutto ha inizio l’estate scorsa, durante una vacanza, quando rientrando dopo una cena Lara vede una macchina che si ferma, apre lo sportello, lascia qualcosa a terra in mezzo alla strada, e se ne va. Era una cagnolina, un cucciolo di pochi mesi, le cedevano le gambe e non riusciva a stare in piedi ma scodinzolava.
«Non potevo lasciarla a terra – racconta Lara – e ho deciso di portarla con me. Aveva fame ma non avevo nulla da darle, solo una brioche. E quello è diventato il suo nome: Brioche, o Bri per gli amici. Una volta rientrata dalla vacanza ho subito cercato un veterinario per i vaccini e per le prime cure perché Bri non stava bene, faceva fatica a stare in piedi e a camminare. Analisi su analisi, accertamenti, medicinali e cure, ma ormai a quattro mesi dal ritrovamento non camminava quasi più. Poi la diagnosi, quella che non avrei mai voluto ricevere: il cane presenta una displasia bilaterale delle anche; sono necessarie delle protesi, o non potrà più camminare.
E così è iniziata la nostra avventura».
La displasia dell’anca è una malattia scheletrica, una malformazione degenerativa dell’articolazione, che compromette la qualità di vita del cane. È necessario un trattamento chirurgico con l’inserimento di protesi. Un intervento costosissimo, con tempi lunghissimi di post operatorio che richiedono attenzioni e terapie riabilitative costanti.
«La notizia – racconta ancora Lara – ha stravolto completamente la mia vita, ho dovuto adattare la mia casa alle esigenze di Brioche, ma non avrei potuto fare diversamente, dovevo provare a dare un futuro a questa cuccioletta. Ci sono riuscita solo grazie alla Fondazione, a Mietta, che mi ha sostenuta nelle spese per affrontare un intervento così complesso.
La signora Maria Antonietta è una persona dolcissima, ha un amore incondizionato verso gli animali, parlare con lei ed incontrarla è stato emozionante. Non mi ero mai trovata nella condizione di dover chiedere aiuto ma questa volta è stato indispensabile, e nonostante la distanza perché io non vivo in Italia, in Mietta e nella Fondazione ho trovato davvero il mio Angelo. Ho capito di non essere sola in questa avventura, ci abbiamo creduto insieme.
Bri ha messo la prima protesi e a breve metterà la seconda. Sarà lunga, ma sono certa che un giorno tornerà a correre. E solo grazie alla Fondazione Zampa nella mano.