Luana & Theo
Theo, un cucciolo di tre mesi, un incrocio tra un Boxer e un Rottweiler, arriva a casa di Luana il 24 dicembre 2009 come regalo di Natale per i bambini e subito viene accolto dalla famiglia, accudito ed amato come un terzo figlio.
Il cane cresce, sempre in salute, fino a due anni fa quando sulla pancia di Theo compare un grosso rigonfiamento. Si tratta di un problema alla milza che dovrà essere asportata, ma c’è anche una grossa massa di sangue che potrebbe letteralmente esplodere provocando un’emorragia tale da far morire l’animale.
L’intervento è riuscito, Theo si riprende, ma ormai è anziano ed ha perso la sua vitalità. L’estate scorsa poi subentra una nuova problematica.
«Theo era sempre affaticato – racconta Luana –, beveva in continuazione e tanto; credevo fosse per il caldo eccessivo, invece la visita veterinaria ha diagnosticato il morbo di Cushing».
La Sindrome di Cushing è una patologia ormonale piuttosto comune che si manifesta nei cani anziani. Consiste nell’eccessiva produzione di cortisolo, un ormone che regola il metabolismo dell’organismo, con un effetto nocivo sulla funzionalità di molti organi. Il trattamento della patologia consiste nella somministrazione di una compressa al giorno per migliorare la qualità di vita del cane e prevenire lo sviluppo di possibili altri problemi. Una cura continuativa dunque, che comporta una spesa piuttosto onerosa.
«Conoscevo la signora Maria Antonietta e la Fondazione Zampa nella mano, e così mi sono rivolta a lei – dice ancora Luana -. Ci sta aiutando con le spese. È un supporto importante il suo, per il quale non chiede niente in cambio. Il suo amore per gli animali è smisurato, farebbe qualsiasi cosa per chi ha bisogno. Mi piacerebbe poter ricambiare in qualche modo il suo aiuto, magari donando coperte o materiale che potrebbe essere utile per altri animali, oppure svolgendo qualche giornata di volontariato alla Fondazione per aiutare in modo concreto chi ci aiuta.
Theo segue regolarmente la cura, e sta meglio. E lo devo a Mietta e alla Fondazione Zampa nella mano, grazie!».